I gabbiani mi portano lontano.
mi parlano nel ventre senza vento,
volano nel mio cielo meridiano.
La luce muta il taglio nel momento,
il tuo sorriso il viso varia umano,
e dalla pietra ascolto un lamento.
Spedito cerco qualche verso urlato,
Tremule le voci osservo vagare.
Allumo questo mio pensiero armato
che rispunta esangue, per poi bruciare.
Demoni grattano il vetro ghiacciato
delle finestre mie; vogliono entrare.
Pallido e dagli sguardi catturato,
lo schermo rompo e mi faccio sbranare.